Descrizione
Scuola, Comune e Terzo Settore sottoscrivono il protocollo che ufficializza la nascita della "Rete per la cura".
L’iniziativa prende le mosse dall’Istituto Comprensivo “Sylos” impegnato da alcuni anni in attività di educazione alla cittadinanza; da ultimo il progetto “Io ho cura”, in adesione al Programma nazionale di Educazione Civica “Trasformiamo il futuro. Per la pace con la cura”, ha consentito ai ragazzi di avere esperienze di cura in varie realtà socio-assistenziali in città.
La "Rete per la cura" mette a sistema la collaborazione con il Comune di Bitonto e i soggetti del privato sociale coinvolti nel progetto “Io ho cura” (Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano”, Fondazione “Giovanni XXIII”, Unitalsi – sottosezione di Bitonto, associazione “Buone Mani” e cooperativa sociale “Ops!”) con l’obiettivo di promuovere l’educazione alla cura, divulgare e condividere buone pratiche che si ispirano alla metodologia didattica del service learning (gli studenti si impegnano in azioni solidali in aree di fragilità della comunità, mettendo insieme apprendimento e servizio solidale).
La presentazione ufficiale dell’iniziativa, coordinata dal giornalista Valentino Losito, si è significativamente svolta in concomitanza con la terza “Giornata Nazionale della cura delle persone e del pianeta”, dedicata alla riscoperta del valore della cura di se stessi e degli altri, della città e del pianeta in cui viviamo.
Sono intervenuti, per l’I.C. “Sylos”, la dirigente scolastica Filomena Bruno e la docente referente del progetto “Io ho cura” Rosanna Castellano (“La firma di questo protocollo, che intende diffondere sul territorio la metodologia didattica del service learning, nasce dal basso, essendo il risultato di un percorso realizzato in sinergia con il privato sociale e l’istituzione comunale, che ha avuto come momento finale la partecipazione alla marcia Perugia-Assisi in quanto scuola aderente alla Rete delle Scuole per la Pace”), per il Comune di Bitonto, l’assessora al Welfare Silvia Altamura (“Con la firma di questo protocollo vi è la presa d’atto di una vocazione alla cura, che appartiene alla nostra città. Il Comune sostiene questo germoglio, sperando riesca a crescere e contagiare anche altre realtà sul territorio”) e il sindaco Francesco Paolo Ricci (“Questa iniziativa s’inserisce nel solco tracciato già vent’anni fa con il programma Urban Italia “La forza della marginalità” e rappresenta un ulteriore fattore di crescita sociale per la nostra città, poggiandosi sul fondamentale coinvolgimento e protagonismo dei ragazzi. D’altronde dobbiamo tutti convincerci che privato sociale e amministrazione comunale sono compagni di viaggio nell’impegnativo compito di rispondere ai molteplici e crescenti bisogni sociali delle persone e, pertanto, co-progettazione e condivisione devono essere i fari del nostro agire quotidiano”), per la Fondazione “Giovanni XXIII”, il presidente Giovanni Procacci (“Non dimentichiamo che Bitonto è città del sollievo. Avere cura per gli altri si contrappone all’individualismo e all’indifferenza imperanti nella nostra società. È fondante per l’educazione dei giovani l’interesse per chi ha bisogno di cura, specie se questo interesse è riservato a persone che non rientrano nella cerchia dei parenti e degli amici”), per la Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano”, il direttore Giovanni Vacca (“Avere cura è fare un pezzo di strada con chi è in difficoltà. I ragazzi diventano cassa di risonanza e protagonisti di un agire sociale capace di trasformare la città”), per l’UNITALSI, il volontario incaricato Vincenzo Castro (“Questo protocollo ci offre l’occasione di intraprendere un cammino insieme ai ragazzi, che sono così chiamati a trovare il tempo, oggi sempre più scarso, e il modo di riappropriarsi dei giusti valori nella nostra società”), per l’associazione “Buone Mani”, il presidente Marco Tribuzio (“Questa intesa rimedia alla nostra incapacità di comunicare ai ragazzi quanto di positivo il privato sociale e il volontariato riescono nel quotidiano a realizzare a favore di chi è in condizioni di fragilità. Ed è un’azione necessaria per poterli poi coinvolgere e far sì che possano diventarne parte attiva”), per la cooperativa sociale “OPS!”, l’educatrice Maria Rosaria Rosica (“La Rete è un’occasione di interconnessione educativa tra la strada e la scuola, e di scambio in un vicendevole rapporto di dare e avere tra generazioni, tra chi cura e chi è curato”).
Ultimo aggiornamento: 29 febbraio 2024, 20:05